L’azienda con oltre 80 anni di storia, oggi guidata dalla terza e quarta generazione di famiglia, da qualche anno ha definito processi di prototipazione e produzione che hanno permesso di coniugare le tecniche di maestria artigiana e produzione manuale a tecnologie all’avanguardia. Uno sviluppo tecnologico che passa dalla Modellazione in 3D al reverse engineering, dalla realtà aumentata sino a quella che oggi è una delle sfide più grandi per l’azienda: la tracciabilità certificata dell’intera produzione attraverso un sistema verificabile e trasparente di registrazioni delle lavorazioni artigianali su Blockchain.
La tecnologia Blockchain consiste in una “catena di blocchi” che sfrutta le caratteristiche di una reta informatica di “nodi” e consente di gestire e aggiornare in modo univoco e sicuro dati, informazioni e transazioni in maniera aperta, condivisa; ma soprattutto incorruttibile, poiché i dati inseriti sono immutabili nel tempo. Il tutto senza la necessità di un’entità centrale di controllo e verifica, perché è l’autorità stessa dalla rete (e quindi dai “nodi” di cui è formata) a garantire l’incorruttibilità del dato preventivamente inserito.
In Savio Firmino il percorso inizia nel 2018: “Un percorso – spiega Cosimo Savio, presidente della società – nato dalla volontà di tracciare l’intera produzione dell’azienda. Una tracciabilità che sia immutabile nel tempo, e dia quindi un valore aggiunto al prodotto salvaguardando e valorizzando al tempo stesso il valore dell’intera filiera e l’unicità del Made in Italy. Una garanzia “immutabile” insomma resa possibile grazie alla collaborazione con il team di Apuana SB, che ci ha aiutato a mettere in pratica il concetto di tracciabilità con Blockchain. L’azienda è cosi diventata una delle prime realtà in Italia a far proprie le innumerevoli potenzialità del sistema, la prima in assoluto del settore arredo”.
Nel concreto, per ogni prodotto viene realizzato un gemello digitale, che nel mondo reale punta ad un database distribuito; le informazioni contenute all’interno del registro (anno e luogo di produzione, materiali, ecc.) possono essere visualizzate, controllate e verificate dal cliente sia attraverso un sistema NFC, che per mezzo di un QR_Code. Tutti questi dati sono registrati su di una rete Blockchain a doppio strato: il primo strato rappresentato da un “Registro Distribuito Italiano”, i cui “nodi indipendenti” sono gestiti dai relativi organismi di controllo dei distretti manifatturieri toscani insieme alla Camera di Commercio; un secondo strato, che per la verifica sfrutta il meccanismo di notarizzazione di tutte le transazioni sulla blockchain pubblica di Bitcoin, considerata ad oggi una delle reti più autorevoli e sicure.
Nel progetto gioca inoltre un ruolo determinante, la presenza istituzionale di Infocamere, che attraverso il proprio sistema di firma digitale CNS, permette di verificare volta per volta l’identità di colui che aggiorna i dati di produzione.
L’applicazione di questa tecnologia al settore manifatturiero, consentirà all’azienda di offrire ai propri acquirenti una garanzia denominata “Circle Life” che abbia anche la funzione di strumento Life Cycle Assessment (LCA): una certificazione documentale, pensata per seguire l’intero ciclo di vita del prodotto, partendo dalla progettazione, realizzazione, restauri, riparazioni, rivendita, sino alla eventuale dismissione. Di base, per ogni prodotto viene tracciata la “storia”, i suoi valori di autenticità e unicità, arrivando a certificarne la sostenibilità (intesa come impronta ambientale e sociale delle attività d’impresa), mediante un sistema oggettivo di rating a punti, la cui lettura viene resa disponibile in modalità aperta alla consultazione da parte del consumatore finale.
In questa fase di messa a punto del sistema, la tracciabilità non è ancora estesa all’intera produzione ma ad alcuni prodotti selezionati, con l’inizio del 2022 il traguardo sarà raggiunto e verrà ufficialmente data la possibilità, a tutti i clienti che lo vorranno, di acquistare un prodotto il cui percorso produttivo sia tracciato. In questa prima fase, la certificazione riguarderà solo la produzione e il controllo qualità, ma per il futuro l’azienda ha in programma di estendere il tracciamento anche ad ulteriori elementi di valore per l’intera filiera: nome dell’artigiano, provenienza e caratura dei fogli d’oro, fornitori di lavorazioni e semilavorati.